In the eyes of the wolf

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  1. Etheldred
     
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    Ero nascosta tra le fronde degli alberi, in attesa.

    Da molto tempo, ormai, quelle terre non erano sicure per dei viaggiatori solitari: vi si aggiravano branchi di animali feroci ed affamati, così come ladri e tagliagole, disposti a tutto per il più misero dei guadagni.
    E così, in silenzio, da sola - il mio clan era stato quasi interamente distrutto, e non c'erano più compagni in grado di seguirmi - pattugliavo la foresta, come un tempo avevo fatto insieme con un intero battaglione, alla ricerca di un malfattore da fermare. Ce n'era sempre qualcuno, purtroppo.
    Infondo non mi dispiaceva muovermi da sola, anche se poteva risultare più pericoloso. Dipendevo solo da me stessa e dal mio istinto, in più potevo muovermi molto più facilmente e senza dare nell'occhio.
    Ormai da qualche giorno stavo seguendo gli spostamenti di un gruppo di ladri, ed avevo notato che passavano spesso vicino al luogo in cui mi trovavo, per cui avevo deciso di fermarmi lì. Se passavano così spesso da quel sentiero, evidentemente nei paraggi doveva esserci una sorta di rifugio, e loro dovevano sentirsi al sicuro. Per fermarli dovevo giocare d'astuzia, basandomi sull'effetto sorpresa e nient'altro, anche perché ero da sola, mentre loro erano in molti.
    Da diverse ore me ne stavo accovacciata sul ramo di un grande e frondoso albero, in attesa.
    Silenzio.
    Gli unici suoni che riuscivo ad udire erano il cantare degli uccelli, lo sporadico giungere di una lieve brezza che faceva muovere il fogliame e il gracchiare delle rane in uno stagno lì vicino, nient'altro. Nessuna presenza di vita umanoide, nessun suono di voci o rumore di passi.
    Poi, all'improvviso, il ringhio di diversi animali, proveniente da est, mi distolse dai miei pensieri. Aguzzai le orecchie per sentire meglio: doveva essere un branco di lupi, probabilmente stavano lottando per la conquista del territorio o si stavano contendendo il primo morso di una preda appena uccisa. In ogni caso non mi importava, in quel momento avevo altro a cui pensare. Bastava un attimo di distrazione per farmi sfuggire il momento in cui sarebbero passati di lì i malfattori che stavo inseguendo.
    Poi un altro suono giunse alle mie orecchie, lieve e portato dal vento: sembrava una voce maschile, limpida come solo la voce di quelli della mia specie può essere. Rimasi in ascolto qualche istante, cercando di capire da dove provenisse. Mi concentrai con tutte le mie forze per percepirla, anche se questo poteva mettere a rischio la mia missione.
    Proveniva dalla stessa direzione dalla quale venivano i suoni emessi dai lupi; e quella voce sembrava piena di affanno e di paura. Qualcuno era stato aggredito da un branco di animali, ne ero certa.
    Anche se titubante, scesi dall’albero sul quale mi trovavo e mi avviai verso est, nascosta dalla vegetazione alta e fitta.
    Alla fine mi ritrovai sul limitare di una minuscola radura e, celata dietro ad un cespuglio, vidi la scena.
    Un elfo solitario, circondato da un branco di lupi. Impugnava una spada, e due dei suoi aggressori erano già a terra, ormai privi di vita. Eppure gli altri non sembravano affatto intimoriti, erano affamati e numerosi.
    Con la spada avrebbe dovuto combattere affrontandoli corpo a corpo, e questo avrebbe significato, nel migliore dei casi, che sarebbe rimasto ferito. E rimanere feriti nel bel mezzo di un posto come quello, senza ricevere cure, poteva essere un bel problema anche per un elfo.
    No, non potevo lasciare che combattesse da solo, anche se per me rappresentava una bella seccatura. Tesi l’arco, incoccai la freccia.
    Uno dei lupi stava correndo, con le fauci spalancate, in direzione dell’elfo.
    Presi la mira, e lo centrai in pieno petto.
     
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6 replies since 26/9/2011, 18:04   114 views
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