Fulmini e Fuliggine.

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  1. L a l e;
     
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    Non appena la ragazza si affacciò sull'ingresso della grotta, il piccolo e strano animale di nome Fuliggine corse dalla sua padrona che gli urlava contro. Mi drizzai nuovamente in piedi e osservai la ragazza: aveva i capelli rossi e l'aspetto di un elfo. Tuttavia, la sua pelle era olivastra e più scura di quanto avrebbe dovuto. Mi osservava con occhi ridotti a fessure, le braccia sul petto e una spalla appoggiata al muro. A dirla tutta, non mi sembrava molto socievole. Poi mi disse che, se volevo la grotta, potevo prendermela. Tuttavia non era ciò che stavo cercando.
    La vidi voltarsi per rientrare e la seguii lentamente. Poi entrai senza preoccuparmi visto che mi aveva appena offerto di soggiornare nella caverna dopo di lei e in più stava raccogliendo le sue cose. Mentre la superavo, la udii dire qualcosa sul fatto che si fosse risvegliata una presenza nel cuore della montagna.
    Guardai nella direzione opposta all'entrata: quella caverna non finiva in una parete rocciosa a pochi metri dall'esterno, ma in un grosso buco nero. Più che una grotta sembrava un tunnel. E alla fine di quel tunnel c'era qualcosa che si muoveva.
    Il fiato mi uscì dalla gola in una nuvoletta di vapore candido. Sempre senza smettere di fissare l'oscurità, con la mano sinistra abbassai il cappuccio levandomelo dal capo. Socchiusi gli occhi: possibile che quella fosse la tana di...
    Un rumore improvviso mi fece sussultare. Qualcosa aveva iniziato a strisciare sulla roccia.

    - E' meglio uscire da qui -, dissi a bassa voce in direzione della ragazza, - subito -.

    Mi sbrigai a saltare fuori dall'apertura, verso il sole, senza curarmi di cosa avesse fatto la ragazza. Sperai che, per il suo bene, avesse seguito il consiglio che le avevo appena dato. Possibile che non si fosse accorta di nulla per tutta la nottata che aveva passato lì? Rotolai nella neve e poi scattai ancora in avanti.
    In quel momento, qualcosa di grosso saltò fuori dalla montagna con le quattro zampe muscolose. Vidi di sfuggita il suo corpo color marrone opaco, ma non potevo guardarlo oltre o rischiavo di diventare di pietra. Rimasi immobile, a terra sulla neve, a pancia in giù.

    - Non guardarlo negli occhi! -, urlai alla donna dai capelli rossi.

    La creatura si voltò indietro e ruggì. Così, da quel momento, ci trovavamo di fronte ad una delle più pericolose creature che abitavano il continente: un basilisco.
     
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19 replies since 30/9/2011, 22:17   235 views
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