Fulmini e Fuliggine.

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  1. L a l e;
     
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    Vidi la mia compagna di sventure raccogliere la propria magia per scagliare contro il mostro una freccia di energia che non gli fece poi molto. Al contrario, il basilisco si rigirò contro di noi e ci osservò. Forse pensava che saremmo stati dei bocconcini appetitosi. Ebbi appena il tempo di mettermi in ginocchio sulla neve che dovetti distogliere rapidamente lo sguardo dal lucertolone, mentre dimenava la grossa coda a destra e a sinistra. Pareva quasi un enorme felino, pronto a balzare sulle sue sfortunate prede.
    Strinsi con forza il pugno della mano destra e convogliai l'energia necessaria all'incantesimo che volevo utilizzare, uno dei miei preferiti a dire il vero. L'occhio del drago di metallo luccicò di un bagliore smeraldino. Come grossi proiettili, una moltitudine di sassi e rocce iniziò ad infrangere il manto bianco di neve, staccandosi dal terreno ed aggregandosi in due creature di pietra. Erano due leoni.
    Proprio mente l'ultimo sassolino collideva con la zampa posteriore del secondo animale, ruggirono all'unisono contro il mostro. Uno si pose davanti a me, l'altro a coprire l'elfa. Poiché erano già fatti di pietra e magia, non c'era pericolo per loro di fronte all'attacco più mortale del basilisco. Dovevo ragionare: cosa si sapeva dei basilischi? Nonostante la loro pericolosità, erano degli animali piuttosto pigri; perciò, se fossimo riuscite a fuggire, non ci avrebbe seguito. Guardai alle nostre spalle: una moltitudine di alberi iniziava in lontananza a formare il debole accenno di una foresta; se fossimo riuscite ad addentrarci in essa, il mostro difficilmente ci avrebbe inseguite, anche vista la difficoltà che avrebbe avuto qualcosa di così grosso a passare tra le piante senza ferirsi. Il piano era pronto, mi mancava solo un diversivo.

    - Dobbiamo distrarlo! -, urlai alla rossa in mezzo ai ruggiti di tutte le creature presenti. - Copriti gli occhi e poi inizia a correre in direzione del bosco! -.

    Avrei dovuto utilizzare un'altra magia: mentre facevo piano leva sulle gambe indolenzite per alzarmi in piedi, stesi un braccio, tenendo l'anello il più possibile verso l'alto. Mi concentrai e chiusi gli occhi appena in tempo per evitare il flash magico che mi avrebbe potuto temporaneamente accecare. Quando vidi le palpebre sfumare dal rosso al consueto nero, riaprii gli occhi e iniziai a correre. Le due belve create dalla mia magia saltarono con le fauci aperte, l'una alla gola e l'altra alla coda del basilisco disorientato.
    Se mi fossi allontanata troppo, l'efficacia della mia magia si sarebbe affievolita e le due bestie di pietra avrebbero iniziato a disgregarsi. Perciò dovevamo sbrigarci a raggiungere gli alberi. Correre con quel freddo era una tortura.
     
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