Fulmini e Fuliggine.

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    - Se non sai dove stai andando, come farai a sapere quando sarai arrivata? -.

    Quella era una domanda che avevo già sentito da qualche parte, anche se non sapevo esattamente dove. Continuai a camminare, sempre in cerca di un riparo. A causa del cielo nuvoloso, faceva più freddo di quanto avrebbe dovuto; perciò sarebbe stato meglio metterci al caldo e aspettare che uscisse un po' di sole. Finalmente individuai una specie di parete di pietra in cui si apriva un nuovo varco; evidentemente, quei monti erano pieni di piccole grotte inospitali agli animali meno attenti. Tuttavia, quella non sembrava una montagna: era poco più alta di me o di Kalyen.
    Entrai facendo molta attenzione: l'avventura con il basilisco mi aveva insegnato che la prudenza non era mai troppa. Però di quella minuscola caverna, in cui bisognava entrare curvando la schiena a causa di un soffitto troppo basso, si vedeva il fondo, ed era completamente deserta. Un tappeto di foglie secche ricopriva il terreno insieme a dei rametti. Buttai via quelli più umidi e mi arrangiai per cercare di accendere un fuoco al centro dell'apertura. Dopodiché mi sedetti vicino ad esso e abbassai il cappuccio bianco che mi aveva coperto il capo fino a quel momento.

    - Siediti intorno al fuoco insieme a me mentre aspettiamo si diradino le nuvole e ci scaldi la luce del sole -, invitai la ragazza.
     
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    La ragazza cominciava a darmi sinceramente sui nervi, impartiva troppi ordini: "Andiamo", "Siediti"... se voleva continuare il suo viaggio con me avrebbe dovuto cambiare atteggiamento.
    Avrei fatto meglio ad andarmene.
    Fuliggine la seguì e io gli andai dietro per poi fermarmi in piedi all'ingresso della grotta.

    - Non sarò mai arrivata. Non ho intenzione di fermarmi da nessuna parte. Continuerò a viaggiare finchè le gambe me lo permetteranno. - dissi freddamente.

    Ero abituata a che le persone mi trattassero con freddezza, io di certo non ero diversa, anzi, probabilmente ero io per prima a non permettere a nessuno di avere un atteggiamento diverso da quello nei miei confronti.
    Mi appoggiai alla parete della grotta con una spalla incrociando le braccia.
    Guardai Nedylin accendere e il fuoco e togliersi il cappuccio: aveva qualcosa di particolare... in qualche modo percepii che era equamente simile e diversa da me... anche lei era una mezzosangue probabilmente; solo che la sua altra metà era l'esatto opposto della mia: proprio come la luce e l'ombra...
    Appena realizzai ciò, sentii come se una fiamma calda si fosse accesa nel mio petto.
    Tirai fuori dal corpetto il ciondolo e cominciai a passarmelo fra le mani: pulsava allo stesso ritmo del mio cuore... che strano, non era mai capitato prima.

    - E tu dove sei diretta? - chiesi continuando a fissare il ciondolo.

    La domanda mi era uscita spontaneamente, senza che la pensassi realmente.
     
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    Dopo averci soffiato su, trofinai il palmo delle mani l'uno contro l'altro, tentando di scaldarmi. Quindi, quasi subito, distesi entrambe le braccia in direzione del fuoco. Iniziavo a sentirmi decisamente meglio: nonostante la mia natura mi rendesse incline a una maggiore affinità con l'acqua, il vispo scoppiettare delle fiamme mi trasmetteva delle sensazioni positive, quasi ricaricasse il livello delle mie energie interne. Il caldo abbraccio del fuoco mi stava avvolgendo, un abbraccio ardente e distruttivo. Ero ipnotizzata dal rosso e dall'oro.
    Mi risvegliai quando Kalyen mi rivolse la stessa domanda che le avevo fatto io poco prima. La guardai per un momento e poi riposai nuovamente gli occhi sulle braci.

    - Io? Non sono diretta da nessuna parte. In realtà sono in cerca di una persona. Un elfo. Un... amico -.

    Sicuramente avrebbe notato che avevo detto la parola "amico" con un tono strano. Insomma, in realtà se fosse stato solo un amico non lo avrei cercato tanto. Io mi ero innamorata di quel ragazzo... ed era stato un gesto stupido. Avevo giaciuto con lui per un'intera notte, ma sicuramente a lui non importava nulla di me. Allora perché lo stavo ancora cercando? La verità è che non riuscivo a togliermi dalla testa il suo aspetto: quei fini capelli biondi che gli ricadevano leggeri sul pallido viso; quegli occhi verdi come smeraldi; quel sorriso dai denti perfettamente dritti e bianchi come perle... Era troppo eccezionale per essere autentico, lo sapevo bene.
    Mi voltai nuovamente verso l'elfa e notai solo in quel momento che stava giocando distrattamente con un ciondolo che aveva appeso al collo. Lo indicai prima di parlare.

    - Che cos'è? -.

    Da ciò che avevo capito di lei fino a quel momento, quasi certamente avrebbe evitato l'argomento prendendola sul personale e dicendomi qualcosa come "non sono affari che ti riguardano". Sospirai. Ma perché finivo sempre per darmi pena per sconosciuti? Prima Landwin e ora quella ragazza. Che stupida.
     
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    Senzatitolo-4
    Mentre continuavo a rimanere incantata dal leggero, ma intenso, pulsare dei mio ciondolo, sentii Nedylin rispondere alla mia domanda: disse che non era diretta da nessuna parte, stava cercando un amico.
    La sua voce aveva un che si diverso, sembrava che parlare di quell'argomento la mettesse a disagio; beh, poco male, magari avrebbe smesso di fare domande e mi avrebbe lasciata continuare per la mia strada.
    Ovviamente le mie speranze erano vane: si era voltata verso di me e aveva notato il ciondolo che tenevo in mano e lo indicò prima di chiedermi cosa fosse.
    Che seccatura... non poteva farsi gli affari suoi?
    Alzai lo sguardo verso di lei e la fissai con quello che probabilmente era uno sguardo gelido... c'era qualcosa di diverso in me... era come se una porticina si fosse aperta dentro di me lasciando fuoriuscire una sensazione di forza che mi riempiva scaldandomi; forse i miei occhi riflettevano la strana necessità di distruzione che sentivo crescere.

    Feci per mettere via il ciondolo quando Fuliggine mi obbligò a tenerlo fuori: la pietra rossa continuava a pulsare al ritmo dei mio cuore, ma ora la luce che emetteva mi sembrava più intensa.

    Fissai il pendente e dissi - tenendo lo sguardo fisso su esso - : E' il simbolo della mia diversità.

    Avevo risposto senza interesse, con distacco. C'era qualcosa che stava cambiando...una nuova consapevolezza cresceva dentro di me.

    Kalyen Forah ~ Elfo ~ Energia Blu
     
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    La ragazza non rispose subito alla mia domanda, anzi, mi fissò con uno sguardo cattivissimo. Sembrava stesse soppesando la possibilità di saltarmi addosso e buttarmi di peso nel fuoco. Ritirai le braccia dal calore del fuoco e le avvolsi intorno alle mie ginocchia. Vidi Kalyen mentre tentava di nascondere il ciondolo di cui le avevo domandato. Ma qualcosa glielo impedì.
    Con voce assolutamente neutrale, l'elfa disse infine che quello era il "simbolo della sua diversità". Ma non era un concetto così speciale: anche io ero diversa, come anche numerosissimi individui della seconda generazione. Eravamo mezzosangue. Non parlai, rimuginando su quell'argomento per qualche attimo.
    C'era però qualcos'altro: quel ciondolo stava effettivamente iniziando a brillare intensamente. Come era possibile? Era soggetto a qualche incantesimo o piuttosto vittima di qualche maledizione. Mi alzai improvvisamente e mi avvicinai alla ragazza con uno scatto, il più vicina possibile all'artefatto dalla pietra rossa.

    - Questo ciondolo mi trasmette delle brutte sensazioni. Da chi lo hai avuto? -.
     
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