Rule the World!

God Save the Quest - per Aldrein

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  1. R a y n e `
     
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    Name: Rule the World!
    PG: Landwin Eryanoll
    Traccia.Ti ritrovi sperduto in una caverna, dietro di te il buio più oscuro, davanti a te un flebile luce. Inutile dire che se cerchi l'oscurità troverai l'oscurità e forse qualcos'altro ma se vai verso la luce non si sa cosa troverai.
    Se vai verso l'oscurità camminerai un giorno intero prima di approdare in un piccolo villaggio sotterraneo, la cui popolazione è una sorta di incrocio tra i drow e gli gnomi. Sembrano tutto fuorchè della gente per bene, hanno l'aria di banditi e anche della peggior specie, cosa credi che faranno ad un bel visino come te?
    Se invece scegli la luce impiegherai 3 giorni prima di arrivare in una sorta di mondo strano e folle. Il cielo è verde, ci sono arcobaleni tutto intorno e la terra e blu, ma aspetta un attimo: il cielo sottoterra? C'è qualcosa che non va te ne accorgi subito ma non fai in tempo ad pronunciare una parola che un vecchio elfo tutto sciancato viene verso di te e ti porge un tubo di legno. Cosa conterrà?
    Per l'oscurità ti fermi una volta arrivato al villaggio mentre per la luce appena hai preso il tubo. Riprenderò da lì per proseguire la storia.


     
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  2. Aldrein
     
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    Oscurità. Oscurità ovunque, mi circondava, mi opprimeva, mi soffocava. Un'oscurità completa che mi avvolgeva col suo cupo abbraccio, accogliente mondo di quiete e silenzio e spaventoso ignoto dove il pericolo può giungere in ogni istante. Ero disperso nelle più intime profondità del mondo sotterraneo, ormai lontano anche dai più remoti avamposti dei nani e dei drow, smarrito in un mondo dal quale vengono solo miti e leggende cupi e sanguinolenti, inquietanti favole di demoni crudeli e necromanti perversi sono le uniche narrate dai cantastorie su quelle ignote profondità. Si dice che la paura del buio sia la pura dell'ignoto, ma in quelle oscure gallerie l'unico sentimento che sopravvive è il terrore: terrore di non vedere mai più la luce, terrore di morire di fame per l'impossibilità di trovare del cibo, terrore di incontrare una di quelle spaventose leggende, terrore di incappare nella stessa Shiida, la sadica madre della morte, terrore di essere trascinati in un mondo folle e crudele di dèmoni affamati solo di carne vivente. Gli artigli di Nieve affondavano nella mia spalla, lei, nobile rapace abituato a volare nell'alto dei cieli, doveva soffrire ancor più di me quella soffocante oscurità.
    Un lume lontano era tutto ciò che vedevo. Luce a quella profondità, com'era possibile? Era davvero un lungo tunnel verso la superficie, e il buio così intenso che anche il più piccolo bagliore giungeva fin lì, o era un miraggio creato dai miei occhi e dalla mia speranza di fuggire da quel mondo oscuro, o forse ancora un'esca posta da entità malevoli per attirare disgraziati in cerca di fuga? Non mi importava. Aggrappato ad una speranza più fievole di quella piccola luce mi lasciai le ombre alle spalle e mi incamminai.
    Mai saprò quanto ho camminato nell'oscurità, seguendo quella lontana speranza, talvolta convinto di vederla avvicinare, altre di vederla affievolirsi come la luce di una candela ormai esaurita. Mangiai dalle poche razioni che avevo, dormii, credo. Ma anche i miei sogni ormai erano incubi neri in cui solo una lucina esisteva. La mia pazienza fu messa a dura prova insieme al mio senno. Ormai nel mondo esisteva solo quella pallida luce lontana. E io? Esistevo? Cogito ergo sum. L'unico motivo per cui credevo ancora di esistere erano i miei pensieri. La fame non mi attanagliava, il sonno si mescolava alla veglia in una notte eterna senza riferimenti. Cos'era il tempo lì? Quell'entità che tutti sottomette sulla superficie in quel luogo non aveva ragione di esistere. Come un fantasma continuai, spinto solo dalla determinazione che mi contraddistingueva.
    Ormai quella piccola luce in lontananza era tutto quello che era sicuro esistere in quel posto dove dubitavo addirittura di me stesso. E forse era la cosa che meno esisteva.
    E poi fu la luce. Sbattei le palpebre e riuscii solo a tenere gli occhi socchiusi, abbagliato da quella luce abbagliante alla mia vista ormai abituata al completo buio. Nieve strillò e subito si levò in volo. Mi strofina gli occhi e finalmente riuscii a distinguere qualcosa. Per prima cosa pensai di trovarmi a testa i giù. Mi guardai intorno sbalordito, convinto di trovarmi in un sogno o catturato in un'illusione. Il cielo era immenso, sconfinato, solcato da mille arcobaleni. Ed era verde. Il terreno invece era colorato di un allegro blu cielo. Mi guardai indietro. L'entrata della galleria era una parete rocciosa che non dava a pensare di essere uscito. In effetti non mi sembrava di camminare in salita, e di certo non così tanto da trovarmi in superficie. Ma cosa stava succedendo? In che genere di mondo ero andato a trovarmi?
    Mossi giusto un paio di passi e non feci in tempo a far altro che una sagoma si avvicinò. Aveva le caratteristiche di un elfo, ma mi rifiutai di credere che lo fosse. La pelle era raggrinzita e segnata da rughe, gli occhi pallidi, i capelli che metà mancavano. Camminava male, lento, zoppo. Tutti segni che nelle altre razze indicavano l'avanzare dell'età. La sola vista mi causò una grande rabbia. Io che ero il più vecchio degli elfi, insieme a tutti quelli generati all'alba del mondo, non ero stato neanche toccato dal passare del tempo, come faceva quell'elfo ad essere così ridotto? La nostra razza che più di tutte era perfetta non poteva avere degli esemplari così ridotti. Mi rifiutavo di crederlo. Il vecchio camminò verso di me con quel suo passo esasperante e, senza dire una parola, mi porse un anonimo tubo di legno.

    -Chi sei? E che posto è questo?-

    Provai a chiedere. Nessuna risposta. Tutto quello che faceva era starsene lì fermo e zitto come in un dipinto di un pittore daltonico e completamente pazzo, porgendomi quel tubo di legno. Cosa conteneva? Cosa poteva essere così importante, o così potente da scambiare i colori del cielo e della terra, e soprattutto da far sembrare che ci fosse il cielo a quella profondità? Mosso dalla curiosità presi il tubo dalle mani del vecchio...
     
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  3. R a y n e `
     
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    Traccia.So che non ti sembrerà vero ma quell'uomo ha un tratto particolare che ti fa pensare che quello che vedi sia tu. Ma prima che tu possa chiedergli informazioni lui comincia a parlare.

    Quel tubo contiene il liquido del risveglio, dentro di te sai già a cosa serve devi solo cercare di capire se ti serve. Abbiamo già avuto questa conversazione e sappiamo entrambi che non posso rimanere.

    L'uomo si addentra nella caverna da dove sei arrivato tu e scompare nel buio che prima ti attanagliava. Con la tua vista ti accorgi il tubo contiene effettivamente qualcosa di magico, ma anche che a terra ci sono tre oggetti magici: una corda, una bussola e un anello. Non appena prenderai uno dei tre oggetti gli altri due verranno assorbiti dal terreno.
    Non appena toccherai la corda lei si animerà diventando una sorta di serpente che si annoderà tutto intorno intento ad ucciderti. Se prenderai la Bussola questa indicherà la zona in cui c'è più probabilità di morire. Se prendi l'anello questo vi rinchiuderà l'anima di nieve sostituendola con quella di un suo alter ego malvagio. Tutte queste cose non le sa il tuo pg ovviamente quindi sentiti in dovere di fare la scelta che il tuo personaggio ritiene più utile. per il caso della corda te ne accorgi subito, per nieve conoscendolo bene anche ma per la bussola ci vorrà più tempo.


     
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  4. Aldrein
     
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    Nessuna risposta. Il vecchio, silente, continuò a pormi quel semplice tubo di legno. Sorrisi beffardo e presi il contenitore di legno dalle mani dell'elfo. Quasi mi scivolò. Era sorprendentemente pesante, e il suono che provenne dal legno mi fece capire che era pieno di liquido. Inoltre la magia scorreva dentro quell'oggetto in maniera incredibile, quasi come se il liquido all'interno fosse la magia stessa del mondo condensata. Sorprendente. Per un attimo mi sentii come un bambino di fronte ad un evento meraviglioso, non riuscivo a comprendere, ma ero ammaliato e volevo impararne qualcosa.
    La voce del vecchio mi interruppe con una frase sibillina, molto enigmatica, che arrivò a turbarmi. Conoscevo bene quella voce. La conoscevo da quando ero stato creato e la sentivo ogni volta che proferivo parola. Certo il tempo aveva lasciato un segno, una patina rauca, un gorgoglio di sottofondo, ma quella del vecchio era inconfondibilmente la mia voce. Fissai l'elfo. Occhi verdi sottili e allungati, capelli biondi, naso piccolo, zigomi alti. Non fosse stata la pelle macchiata, le rughe profonde e la postura curva e gobba sarebbe sembrato di osservarmi a uno specchio. Già avuto quella conversazione. Quando? Mai in vita mia avevo visto un elfo segnato dal tempo. E soprattutto non uno identico a me. Sentii la rabbia gonfiarsi esplosiva. Odiavo non comprendere le cose.

    -Sappiamo? Come sappiamo? Torna qui tu, parodia di un elfo!-

    Dannazione. Quel vecchio mi aveva completamente ignorato e se n'era andato, svanendo in quell'ombra dalla quale ero comparso io, rapido come un sogno. Mi guardai intorno, osservando quel luogo assurdo. I suoi mille arcobaleni iniziavano a farmi girare la testa, e non c'era un dettaglio che sembrasse naturale.

    -Nieve! Come appare questo posto da lassù?-

    Se anche lei lo vedeva così assurdo sarebbe certamente stata o un'illusione tremendamente potente, o una magia ancora più spaventosa. In ogni caso non era un luogo dove star tranquilli. Sospirai. Forse sarebbe stato utile esplorare un po' la zona. Feci un passo e notai subito tre piccoli oggetti posti ordinatamente per terra. Mi chinai ad osservarli. Una lunga corda di canapa arrotolata con cura, una bussola e un piccolo anello. Tutti e tre erano luminosi, carichi di magia pure quelli. Chissà cosa c'era in quel posto che generava tanta magia. La mia curiosità cresceva, anche se comprendevo che quel posto era sempre più pericoloso. Ma non ero preoccupato. Avevo scelto io un cammino tanto periglioso e un obiettivo irraggiungibile, ed ero sicuro che avrei potuto superare ogni pericolo.
    Tornai sugli oggetti. La corda non mi era di utilità alcuna, avevo un incantesimo che mi permetteva di volare e non pensavo di dover legare niente. E non sapevo quali magie fossero rinchiuse negli oggetti. Per prima, incuriosito, presi la bussola. Magari avrebbe guidato ad un'uscita. O alla morte. Ma era comunque meglio che vagare senza meta. Sempre che Nieve da lassù non avesse visto qualcosa di interessante. Come le mie dita toccarono l'oggetto però gli altri due vennero assorbiti dal terreno. Imprecai e provai ad afferrare la corda. Troppo tardi. Quindi mi alzai in piedi sempre più seccato aspettando il ritorno dell'aquila albina, speranzoso in qualche informazione, prima di incamminarmi.
     
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  5. R a y n e `
     
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    Traccia.La Bussola è effettivamente incantata infatti l'ago gira all'impazzata finchè con tua somma gioia non indica in una direzione precisa e sotto i tuoi piedi compaiono dei mattoni che compongono una piccola stradina. Ogni tanto puoi sentire quei mattoncini piccoli e carini urlare dal dolore mentre li calpesti, se provi a capire se stanno bene ti risponderanno sempre che loro sono gli umili schiavi del padrone della bussola.
    Cammini per un giorno intero, tant'è che la notte mentre cerchi di riposare vieni attaccato da una strana creatura magica a forma di serpente e composta di roccia. Non la vedi molto bene e prima che tu possa eliminarla scompare nel nulla. Riprendi il tuo viaggio stavolta arrivi ai piedi in uno spaventapasseri che ha nella mano destra una lettera chiusa e in quella sinistra una penna. Cosa voleva scrivere lo spauracchio e a chi? Scegli uno dei due oggetti.


     
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  6. Aldrein
     
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    Come presi la bussola in mano l'ago iniziò a girare vorticosamente, come impazzito. Andavamo bene. Mi ero preso una bussola magica e quella nemmeno funzionava. Stavo per lanciarla via in uno scatto d'ira, quando finalmente l'ago si fermò a indicare una direzione più o meno di fronte a me. Nello stesso momento dal terreno iniziarono a spuntare una serie di mattoni, che da sotto i miei piedi si diramarono in avanti formando una strada. Quasi persi l'equilibrio per la sorpresa. Guardai nuovamente la bussola. L'ago puntava in direzione della strada. Un'ombra familiare si stagliò sopra i mattoni appena nati. Nieve era tornata. Si posò come suo solito sulla mia spalla.

    -Visto niente?-

    Domandai con tono forse troppo impaziente.

    -Niente. Un'unica distesa monotona per non so quanti chilometri completamente monotona. Però non so se hai notato che il cielo è verde e la terra è blu. Questa via è opera tua?-

    Certo che per essere un rapace privo di senso dell'umorismo a volte quell'aquila mostrava un'ironia deliziosamente fuori luogo.

    -No, ho del prosciutto che mi copre gli occhi e vedo tutto colorato di simpatiche sfumature di rosso. Comunque ho trovato questa bussola per terra e come l'ho raccolta questa strada è comparsa, io non c'entro nulla.-

    Era quella la magia della bussola? Non mi convinceva del tutto. Uno non incanta una bussola per creare una strada, ma per dare una direzione di solito. Chissà dove mi avrebbe condotto. Abbassai la testa per evitare di esser colpito dallo sbattere di ali di Nieve che si levò nuovamente in volo. Sospirai e mi misi in marcia.
    Pochi passi e sentii un rumore stridulo, simile ad un urlo, sotto il mio piede. Alzai subito la gamba e guardai, ma non c'era nulla tranne quei mattoni nati dal terreno. Non riuscendo a rintracciare un origine e nessun segno di magia nella zona decisi di proseguire. Qualche minuto dopo di nuovo quello strano grido soffocato da sotto il mio piede. E m venne il sospetto che fosse un mattone ad emetterlo. Ripresi a camminare e per la terza volta sentii quel gridolino. Stavolta me lo aspettavo e contollai. Erano effettivamente i mattoncini di quella strana strada ad emettere quel verso. Mi chinai e li osservai da vicino. Piccoli, quadrati, rossi. Un po' shceggiati ogni tanto. Mattoni qualunque, niente di particolare. Presi la nagigata e colpii con la punta del bastone una di quelle strane piastrelle. Ancora quel verso. Chiesi con tono un po' incerto:

    -Cosa.... siete?

    -Samo gli umili schiavi del padrone della bussola -

    M rispose un mattone con voce stridula. Bene. Ci capivo sempre meno. Confuso, mi alzai e ripresi a camminare. Mattoni parlanti che sentivano dolore quando venivano schiacciati. Nonostante la grande quantità di magie nel mondo superiore, e tutte quelle mostrateci dagli dei quando ci istruirono dopo la genesi non avevo ancora visto niente del genere. Niente di così ridicolo.

    Stavo camminando ormai da ore e il giorno piano piano svaniva per edere il passo alla notte. Ma non ero ancora sotto terra? Come faceva ad esserci pure il tramonto e l'alternarsi di notte e giorno? Troppe domande stavano sorgendo su quel luogo, e tutto ciò che potevo fare era proseguire dritto, seguendo quella bussola incantata e quella strada vivente, inconsapevole di dove mi avrebbero condotto. Però la stanchezza si faceva sentire, e, mentre nieve si posava al mio fianco, decisi anche io che era ora di riposarmi. Il sonno fu rapido ad accogliermi nel suo tenero abbraccio: quel lungo cammino mi aveva affaticato; ma non feci in tempo a perdermi nei sogni e abbandonarmi al riposo, che lo strillo di Nieve mi riportò alla realtà.

    -Un serpente!-

    Spalancai gli occhi. Davani a me nulla. Mi girai di scatto, appena in tempo per vedere un enorme sagoma serpentesca mancarmi di poco la testa e picchiarmi pieno sulla spalla. Caddi di schiena mentre la creatura mi sorpassò portata dal suo stesso slancio. Ringraziai l'udito rapace di Nieve. Però quel colpo fece male, molto più male di quanto potesse fare un essere vivente. Era come aver preso una sassata. Mi alzai in piedi e afferrai la nagigata, ma non riuscii a toglierle la copertura alla lama che già il serpente si lanciò contro di me una seconda volta. Troppo veloce. Feci un passo di lato e parai l'assalto col bastone dell'arma, ma le mie braccia si piegarono sotto la forza dell'impatto e caddi a terra. Non ero un combattente e non avevo l'agilità fisica e i riflessi degli acrobati. Ero troppo svantaggiato a terra. Richiamai la magia e mi sollevai in aria. Arrivai a circa cinque metri di altezza, poi mi fermai e osservai l'animale sotto di me. Era uguale ad un grosso serpente, non fosse che era fatto completamente di pietra. Si slanciò verso di me. Lo evitai senza problemi sollevandomi ancora un po'. Sempre più magia in quel posto. Ma almeno stavolta la minaccia aveva una forma tangibile. Osservai ancora un po' l'animale, riprodotto in modo quasi perfetto, provare a raggiungermi ancora, e mi preparai a lanciare un incantesimo per distruggerlo. Ma prima che potessi farlo l'essere di roccia svanì, scomparso nel nulla. Mi guardai un po' attorno disorientato. Niente. Nessuna traccia di magia nell'aria. Lentamente e con cautela atterrai. Nessun attacco. Mi sedetti ancora e mi riaddormentai.
    Il mattino dopo mi svegliai indolenzito. Il fondoschiena mi faceva male per la mala caduta della sera prima, e sulla spalla stava sbocciando un grosso livido. Iniziava bene quella giornata. Mi guardai intorno un po'. Era tornata la luce e quel posto maledetto non era cambiato di una virgola. Inoltre avevo fame, sete e le provviste erano quasi finite. Osservai il tubo. Se avessi avuto troppa sete mi sarei arrischiato a bere il suo contenuto. Ma non l'avrei fatto prima che la situazione non fosse stata senza speranza. Non ero certo tanto avventato da ingurgitare una sostanza magica come quella. Mangiai le poche scorte che erano rimaste, dividendole con l'aquila, e tornai a camminare. Sperai che quel cammino non dovesse durare ancora troppo. Poco tempo e mi trovai di fronte uno strano spaventapasseri, con una penna nella sinistra e una lettera nella destra. E, di tutte le possibili domande che potevano saltarmi in mente, la prima fu se gli spaventapasseri erano mancini. Nive si posò sulla testa dello spauracchio e lo guardò incuriosita.

    -Chissà che c'è scritto-

    Chiese incuriosita. In effetti era una bella domanda. Chissà cos'aveva da scrivere uno spauracchio. Presi la lettera e provai a sfilargliela di mano. Solo in quel momento mi resi conto dell'assurdità della situazione.
     
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  7. R a y n e `
     
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    Traccia. Mi dispiace per te ma hai commesso un terribile errore. Non appena cerchi di leggere il contenuto della lettera lo spaventapasseri inizia a muoversi.

    Sono Jackob "Scarecrow" Lullaby, scrittore fallito e ora utile spauracchio.

    si inchina al tuo cospetto ma prima che tu possa presentarti scrive nell'aria con la penna e sulla tua guancia viene incisa a ferro e fuoco la parola "Sorrow". E' come se ti avessero marchiato, sanguini poco e la ferita è già cauterizzata ma il dolore è veramente tanto, oltre questo ti sembra di provare il sentimento di pentimento.

    Ora scrivo solo tragicommedie e tu passerai le cinque fasi dei miei personaggi! Pentimento, Follia, Tristezza, Stupidità e Morte!

    Inutile dire che il combattimento può durare al massimo cinque post dopo di che sei effettivamente morto, sbrigati ad eliminarlo altrimenti lui eliminerà te senza troppi problemi. La penna è in collegamento con la lettera chi tocca essa può essere marchiato dalla penna quindi adesso è inutile lasciarla; ma non è la penna che ti fa provare quei sentimenti, quella è la magia dello scrittore che imprime nell'artefatto. Inizia adesso una lotta contro il tempo!


     
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  8. Aldrein
     
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    Presi la lettera e feci per leggerla, ma lo strillo di Nieve e il battito delle sue ali mentre si alzava in volo mi fece alzare di scatto la testa. Lo spauracchio stava iniziando a muoversi. Abbassò le braccia e, con voce frusciante si presentò con un ampio inchino. Prima scrittore e ora spaventapasseri? Che cosa significava? Quel posto mi confondeva sempre più. C'era un che di inquietante in quella presentazione. Come aveva fatto a diventare uno spaventapasseri? O lo era sempre stato? Fui sul punto di fare a mia volta un inchino e presentarmi, le buone maniere erano sempre un aspetto importante del mio voler apparire, ma non feci in tempo a farlo, che lo spauracchio alzò la penna e fece per scrivere qualcosa in aria.
    Un dolore lancinante scoppiò sulla guancia sinistra. Strabuzzai gli occhi, mentre mi sembrava che il fuoco stesse scorrendo sulla pelle, lasciando una sottile incisione. Sentii una singola goccia di sague scendere fino alla mascella. Urlai e mi piegai, lasciando cadere il foglio di carta e portandomi la mano sulla guancia. Uno strano senso di pentimento si insinuò in me. Non avrei dovuto toccare quel foglio, non avrei dovuto seguire quella strada, prendere quella bussola, infilarmi sotto terra. Non avrei dovuto, non avrei dovuto, non avrei dovuto, mi pento, mi pento, mi dispiace. Basta! Buttai un altro urlo e mi raddrizzai di nuovo, ma quel cupo sentimento non cessava. Intanto lo strano scrittore di paglia mi raccontava delle fasi dei suoi personaggi e che le avrei attraversate tutte. Quindi follia. Ma se ciò che narrava era vero, non era la morte quella che più temevo, bensì la stupidità. Ero sempre stato orgoglioso e sicuro di me e non avrei potuto accettare la stupidità. Dovevo eliminarlo, e subito.

    -Peccato che tu sia stato confinato in questo folle mondo, in quella forma. Sarei stato interessato maggiormente a leggere uno dei tuoi libri più che viverlo. Io sono Landwin Eryanoll, elfo e mago. E, se non ti spiace, vorrei evitare di finire come il personaggio di un racconto penoso!-

    Mentre parlavo riflettei su come ucciderlo. Fosse stato un essere vivente non avrei avuto nessun problema a neutralizzarlo, ma un essere di paglia quasi sicuramente non avrebbe sentito il dolore, e certamente bucarlo non sarebbe servito. Le possibilità erano farlo a pezzi o bruciarlo. Optai per la seconda. Più dispendiosa, ma certamente più sicura. Avevo appena finito di parlare e allungai la mano, palmo verso l'alto, generando un'immensa fiammata che si ridusse assumendo rapidamente la forma di un grosso uccello dalla lunga coda piumata.
    L'animale magico si lanciò contro il pupazzo a massima velocità, mirando per prima cosa al braccio che reggeva la penna. Sarebbe bastato toccarlo, anche solo essere sfiorato da una piuma di quell'ampia apertura alare o della lunga coda folta, e sarebbe andato in fiamme. Intanto presi nuovamente la mia arma, per evitare che mi venisse addosso mentre era un falò. Tirai il fiato. Quella creazione era estremamente faticosa, ma volevo andare sul sicuro.
     
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  9. R a y n e `
     
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    Traccia. Il povero Jackob brucia tra le fiamme ma non prima di stamparti sull'avambraccio destro la scritta "Madness" perdi il senno e poi perdi anche la penna che poteva esserti notevolmente utile. Nieve si allontana da te per via della tua momentanea perdita di ragione e scorge un piccolo villaggio dove potresti rifocillarti e fare provviste per il tuo viaggio. La gente del piccolo avamposto è composta da persone come te, vedi un vecchio folle che dice di trovarsi li da qualche giorno ma che la sua prova l'ha ridotto così, vedi delle sacerdotesse di Aranel piangere perchè alcune loro compagne sono morte e una in particolare, bella come una dea, ti offre un po' d'acqua poi si copre il volto e torna dalle altre. Non riesce a staccarti gli occhi di dosso ma è molto timida. Sembra che debbano andare da qualche parte ma stanno discutendo sul fatto che da sole non possono farcela.
    Dall'altro lato del villaggio scorgi un elfo ben armato e con dei muscoli sviluppati al massimo, si vede che è un guerriero ben addestrato. Sguardo torvo capelli neri e occhi color degli smeraldi; ha come te la scritta "Sorrow" sul braccio sinistro se ti avvicini noterai la scritta "Idiocy" sul collo, pare che anche lui abbia conosciuto la penna e i problemi che ne derivano che sia stato Jackob? O forse qualcun'altro? Con lui c'è un drow vestito di nero e con collane e anelli con il simbolo di Shiida, oltre questo ha tatuati sul corpo in bianco i simboli protettori della dea, si nota subito che è un sacerdote.
    Sembrano forti ma purtroppo vanno nella direzione opposta a quella delle sacerdotesse quindi cosa fai? Aiuti del donzelle indifese o vai sul sicuro e vai con i temibili guerrieri?
    Se vedi dove punta la bussola lei ti indicherà le giovani seguaci di Aranel!





    Edited by R a y n e ` - 22/9/2011, 21:01
     
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8 replies since 7/9/2011, 20:22   127 views
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