L'inganno

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  1. R a y n e `
     
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    Da costa a costa vi erano solo spiagge della più tipica sabbia nera. Da vicino sembravano tetre costruzioni della dea Shiida collocate in un mare sempre in tempesta ma non erano altro che le isole Amlug. Non gli inferi, non qualche antro di Jaleran ma le dure e sofisticate, le aguzze e precise, le aggressive ed eleganti isole dei draghi, volute e create dal sommo Torak. Un tempo non lontano i draghi ne avevano fatto la loro dimora per un motivo, ad un occhio inesperto quelli non sembravano altro che giganteschi esemplari delle temibili lucertoloni volanti e forse era proprio così. In fondo anche se non lo dimostrava il sommo Torak era anche lui un dio ingegnoso e sarcastico, almeno questo era quello che pensava Riku.
    Il mutaforma questa volta vestiva i panni del temibile drow Rahl'Sith, capelli bianchi e sottili come la cenere, la stessa cenere che adesso invadeva il suo petto occluso e in fiamme; le orecchie lunghe capaci di sentire il minimo crollo da parte di quelle montagne maestose e una pelle scura come quella sabbia che lo circondava. Gli occhi del drow erano penetranti, riuscivano a scrutare il minimo dubbio, ogni minima paura di chi aveva di fronte, ma gli occhi del mutaforma, che ogni tanto riprendeva il sopravvento, erano quelli di un sognatore invece. Lui vedeva quelle montagne fluttuare nel cielo, vomitare fiamme e spesso, quando tornava nel personaggio, le vedeva schiantarsi a terra in un boato che ricordava molto le esplosioni generate dai giganteschi rettili. Ma che ci faceva lì un essere come Rahl'Sith? Un ladro scaltro e crudele come lui non aveva alcun motivo per trovarsi lì ma invece un ladro scaltro e folle come Riku si!
    Quello era l'arcipelago dei draghi; se ne volevi vedere uno quello era il luogo più indicato, e se ne volevi uccidere qualcuno per le sue scaglie, il suo cuore quello era il luogo dove avresti potuto trovare la morte, ma il piccolo essere tentacolato non temeva la morte, temeva di più una vita vuota e priva di senso. Oh quanto si sbagliava, la morte è una di quelle cose di cui si deve avere una paura ancestrale, che non si acquisisce con l'esperienza ma si ha come dote innata, la paura di morire ci permette di sopravvivere, di andare avanti e di commettere gli atti più spregevoli ma anche i più giusti. Uccidiamo un assassino per non essere uccisi, troviamo la cura ad una malattia a spese di migliaia di cavie morte, in questo mondo sei utile fintanto che sei vivo quando muori torni ad essere parte della terra di cui sei fatto e l'unica che trova una certa utilità in te è solo la stessa morte: Shiida.
    Camminava ormai da ore il giovane drow, senza meta e senza trovare un'anima viva. Di morti ne aveva visti fin troppi, aveva ad esempio girato in tondo ad un cumulo di teschi lasciati lì da qualche cucciolo di drago ma con dispiacere scopri che quei teschi vi si trovavano solo da qualche decennio dopo la sua nascita. Quindi non vi era traccia dei maestosi rettili? Come poteva rubare qualche scaglia da rivendere o come poteva rubare il segreto dell'alito di fuoco che i draghi erano in grado di lanciare dalle loro temibili fauci. Stava lentamente impazzendo quando la sua fortuna prese la forma di gigantesche feci di un altrettanto gigantesco animale. Merda fresca, ancora calda un drago nelle vicinanze ma adesso doveva seguire le sue tracce e doveva sperare che il grosso rettile non fosse già volato via. Le tracce proseguivano, questo era un bene per come la vedeva il ladro, e lui le seguiva come un segugio. Nel suo seguire il mastodontico animale Rahl si accorse che non era poi così solo, infatti dalle tracce sembrava che quell'isola non fosse solo l'habitat ideale di cadaveri e lucertole troppo cresciute. Dall'alto della sua esperienza come studioso delle creature di Hebridan, il mutaforma comprese che si trattava di una donna precisamente di una ninfa; sapeva benissimo che contro il drago non poteva nulla da solo ma provare costava solo la vita, ora doveva convincere la ninfa che si sarebbe trovato di fronte a seguirla, quale scusa poteva renderla utile alla causa? Una bambina in difficoltà, salvata da un drow poi? Beh poteva essere la figlia del drow, ma avrebbe salvato una potenziale assassina? Rahl non voleva lasciare il posto a quei personaggi “secondari” che il suo creatore aveva messo come contorno a lui; voleva essere il protagonista di questa storia, voleva essere il drow che abbatte il drago e ne mangiò il cuore! In qualche modo avrebbe convinto la donna a stare dalla sua parte o l'avrebbe uccisa.
    Iniziò dunque a seguire le tracce della donna che non era poi tanto distante, la luce del primo pomeriggio bruciava la terra nera sotto i suoi piedi e come pensava la donna non avrebbe fatto altro che cercare un po' di ombra nella foresta poco al di fuori della spiaggia, stava arrivando da lei era ormai a pochi passi quando decise di far finta di attaccarla facendola sembrare una sua nemica:

    Chi ti ha assoldato? Volete uccidere mio fratello solo perchè lui non vuole uccidere per vivere? Eh?


     
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  2. L a l e;
     
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    Nedylin Belain

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    La luce del sole colpiva la mia pelle chiara e si rifletteva sui capelli rosso fuoco. Era calda, piacevole al tocco e mi riportava quasi indietro nel tempo, a più di un anno prima, quando ero venuta l'ultima volta a trovare il piccolo Arra'kis, che ora non sarebbe più stato tanto piccolo. Quelli come lui crescevano velocemente. Era ormai qualche ora che cercavo lui e la sua famiglia. Il suo clan doveva essersi spostato di recente e, nonostante non fossi abile a seguire le traccie, se fossi riuscita ad addentrarmi nel loro territorio, prima o poi sarebbe stato lui a trovare me. Mi fermai e volsi lo sguardo al cielo, usando un braccio per farmi ombra sul viso. La spiaggia di sabbia nera era uno spettacolo magnifico, ti faceva quasi sentire in pace, anche a causa di tutto quel silenzio.
    Ma quella condizione non durò a lungo: udii un rumore alle mie spalle e, dopo che mi fui voltata di scatto, vidi un individuo con la pelle d'ebano e i capelli sottili e bianchi che tentava di aggredirmi. Mi disse delle parole su suo fratello accusandomi di qualcosa, ma io non capii poiché cercavo di indietreggiare e allontanarmi. Poi la foresta prese vita e si frappose tra noi con un ruggito. Mi riparai gli occhi con l'avambraccio sinistro. Tardai qualche secondi ad accorgermi che la creatura marrone e verde che ci aveva divisi non era fatta di rami e foglie, ma di carne e squame: era un drago, alto almeno quanto tre cavalli adulti se messi uno sull'altro. Mi dava le spalle e apriva la bocca al ragazzo con la pelle scura, mostrandogli i denti con fare minaccioso. Mi alzai e mi diressi verso il lucertolone, senza paura. Scavalcai la sua grossa coda e, quando mi trovai al suo fianco, allungai lentamente un braccio per toccare le squame smeraldine e lucenti.
    - Arra'kis! -, esclamai con allegria.
    Il drago si voltò verso di me e mi salutò con un cenno del grosso capo. Poi tornò a guardare il drow. Ora potevo osservarlo con calma: i suoi occhi scuri erano pieni di furbizia, ma di certo avrebbe avuto anche un leggero timore di essere mangiato dal rettile. Forse avrei dovuto dirgli qualcosa.
    - C'è stato uno sbaglio: io non so chi sia tu, né tuo fratello. Ma non devi avere una paura eccessiva del drago: è solo un cucciolo -.

     
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  3. R a y n e `
     
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    Rahl si trovava di fronte ad una splendida ninfa che avrebbe fatto battere il suo cuore, mentre Riku si trovava davanti uno dei suoi probabili aspetti futuri. Oh aveva dimenticato il drago, le sue scaglie, le sue ghiandole o il suo cuore. Adesso voleva derubare la ragazza di tutto; aspetto, carattere, odore e averi di qualsiasi genere erano il suo obiettivo ma come ottenerli? Per di più il draghetto adesso gli alitava addosso con il suo fiato pesante e incandescente. Non voleva fargli del male, non più almeno, ma un Drow è un ingannatore di prim'ordine; ah se solo Rahl'Sith non fosse così testardo da voler rimanere adesso il giovane mutaforma sarebbe potuto essere una ninfa come lei oppure una splendida elfa sicuramente più affidabile di un piccolo mutaforma o di un drow anche se di bell'aspetto. Rahl rimise a posto il kukri che aveva preventivamente estratto, alzò le mani cercando di calmare il gigantesco rettile.

    Buono. Buono! Non voglio farti del male, e nemmeno a te ninfa, vi credevo membri della congrega.


    Poso le mani giù e si sedette sconsolato, si mise le mani sugli occhi trascinandole poi fino ai capelli come se fosse disperato, nella realtà lui non era così ma era un grande attore e questo era un pregio che si riconosceva, non sapeva mai cosa voleva ma sapeva come ottenerlo. Riprese la sua storia, per niente strappa lacrime, ma piuttosto veritiera.

    Faccio, o meglio facevo, parte di un'associazione, “la Congrega del Primo Giorno” è stata creata da cinque esseri il primo giorno della creazione e si sono sempre prodigati ad uccidere gli elementi che erano di “ostacolo”. Non so bene di cosa si occupino ma reclutano drow, mutaforma, gnomi tutti quelli che possono diventare degli ottimi assassini silenti. Ora vorrebbero reclutare mio fratello ma io mi sono opposto e sono stato giudicato un “ostacolo” per questo ti ho aggredito! So che sono le parole di un drow e so che non è da noi chiedere scusa ma scusa davvero!

    Fece un'ultima scena sconsolata poi si alzò e diede le spalle al drago e alla ninfa. Fece per andarsene ma in realtà sperava che la ragazza lo seguisse. Cosa avrebbe fatto la giovane sacerdotessa e il suo amico drago? Lui sperava che li seguisse tanto alla fine si sarebbe inventato una finta caccia ad una organizzazione inesistente. E chissà poi avrebbe potuto stringere amicizia con il drago e magari con la ninfa prima di tradirli.


     
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  4. L a l e;
     
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    Nedylin Belain

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    La storia del Drow sembrava abbastanza sentita. Ma ciò che mi venne da pensare era che non fosse abbastanza spaventato dal drago. Il dolore per suo fratello, ammesso che fosse vero ciò che mi stava raccontando, era talmente grande? Oppure erano state le mie rassicurazioni? O, ancora, stava solo fingendo? Osservai il ragazzo fare l'ennesimo gesto disperato passandosi le mani tra i capelli. Finalmente diede le spalle a me e ad Arra'kis e fece per andarsene. Istintivamente stesi il braccio destro in avanti, verso di lui. - No, aspetta! -.
    Il drago ruggì e mi interruppe. - Non mi fido di lui, lascialo andare -. Una voce profonda sorse dalla gola del lucertolone. In un'altra qualsiasi razza, quella sarebbe stata la voce di un adulto, invece in un drago era solo la timida voce di un bambino; ma risultava difficile immaginarlo.
    - Perché? -, gli domandai.
    Arra'kis tornò a fissare l'uomo, ma con gli occhi socchiusi. Era evidentemente sospettoso. - Quel tipo ha un odore strano -, concluse.
    Sospirai e poi guardai il drago affettuosamente. Gli accarezzai la pelle ricoperta di ruvide squame. - Stai tranquillo, amico -. Tornai a rivolgermi al Drow. Con il tono più gentile che avevo, gli parlai, mentre sulle mie labbra si disegnava un tenero sorriso. - Dimmi: cosa possiamo fare per aiutarti? -.

     
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    Mentre dava le spalle alla ragazza e al drago, sul volto di Rahl si scolpì un ghigno al solo sentire la parola “aspetta”. Quanto aveva desiderato sentirglielo dire e i suoi desideri erano stati esauditi ma mai come adesso doveva inventarsi un altro pezzo della storia. Cosa fare? Dove andare? Chi cercare? E soprattutto come convincere la ragazza che un drow, per quanto la sua razza fosse ostile, potesse avere un barlume di bontà dentro di sé? La parte più stupida di Riku disse tra sé e sé “Oh cielo un fratello è pur sempre un fratello” ma per i suoi altri alter ego non era così anzi, il fratello di un drow è solo carne da offrire a Shiida niente di più niente di meno. Rahl sbatteva la testa contro le pareti dell'inconscio, Emiri per la prima volta pensava prima di agire e poi tutti gli altri dissero “se la vedrà Riku”. Era pazzo e lo sapeva sempre di più ma ciò che fece spiazzò molti ma non tutti, Emiri aveva supposto questa possibilità lo sanno tutti che la curiosità uccide.

    Non seguitemi! Sono un assassino e puzzo da assassino lo sente persino il drago. Non voglio gente che teme il mio coltello sul suo collo, per questo sono solo e lo sarò per sempre. Ma mio fratello, lui può diventare uno stregone o un sacerdote e almeno di lui un giorno vi potrete fidare.

    Molti nella testa di Riku non capivano, la sua parte più stupida penso che il mutaforma avesse subito una lobotomia di recente, molti pensavano lo stesso vedendo la sua parte più stupida ma questa è un'altra storia. Rimaneva il fatto che solo i più furbi ed intelligenti avevano compreso che la curiosità è una brutta bestia, quando si vuole conoscere qualcosa fino in fondo si commettono i più atroci sbagli.
    Rahl'Sith riprese il suo cammino uscì dalla piccola foresta e fuggì il più lontano possibile ma molto più lentamente di quanto non fosse in grado di fare. Il suo intento era di farsi seguire ma senza destare troppi sospetti e magari attirare la ragazza là dove il drago non sarebbe riuscito ad entrare per questo ogni tanto si fermava per testare il terreno e vedere se c'erano delle tracce. Cercava in pratica un luogo dove non ci fossero stati draghi, dove Arra'kis non sarebbe potuto entrare e soprattutto cercava di far finta di seguire delle tracce e ne creava di nuove per confondere la ragazza. Era bravo a creare dal nulla tracce ed era bravo soprattutto nel manipolare le persone ma la ragazza nutriva seri dubbi su di lui. A Riku non serviva un tocco serviva vedere le sue caratteristiche peculiari, il fatto che lo avesse salvato dal morso del drago la rendevano una ragazza riflessiva ma anche pronta a fidarsi anche del peggiore dei criminali. Ingenua ma intelligente, pensava che se lui fosse stato davvero un drow con la piena e convinta voglia di ucciderla allora lei sarebbe morta senza nemmeno avere il tempo di sprecare un incantesimo, nemmeno quelli di guarigione. Il drago invece era guidato più dall'olfatto che dal suo cervello questo insegnava al vecchio mutaforma che bisogna camuffare gli odori, sarebbe stato un ottimo consiglio per il futuro quando avrebbe sviluppato le proprie arti magiche per modificare l'olfatto delle persone che si trovava intorno. Con la sua abilità poteva ingannare gli occhi, le orecchie e anche le mani, ma non aveva mai pensato alle persone come insieme di odori, era molto “animalesco” così poco da esseri senzienti, d'altronde quando sei privo di cervello puoi solo affidarti ai sensi ma se questo mondo era popolato da gente con tratti animaleschi allora gli odori erano più importanti persino della vista. Proseguì così per delle ore finchè finalmente non trovò un luogo che rispecchiasse il suo perfetto ideale, la sua perfetta scenografia per una storia tanto scialba.


     
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  6. L a l e;
     
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    Nedylin Belain

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    Non seguitemi? Ma fino ad un attimo prima era parso disperato e bisognoso d'aiuto! Prima che potessi rispondergli il Drow si era già addentrato nella foresta che costeggiava la spiaggia nera dell'isola, sparendo dalla mia vista. La situazione era sospetta e, come dire, fin troppo... finta. Mi voltai verso il drago e lo squadrai fin negli occhi gialli come quelli di un gatto. La sua pupilla lunga e verticale mi restituiva lo sguardo, preoccupato.
    - Tranquillo, se come dice non vuole che lo segua non lo farò -.
    Arra'kis fece un cenno di assenso col capo e mi porse una zampa, che usai per trepare fin sopra al suo dorso. Quando sentì il mio peso sulle spalle, il lucertolone iniziò a muoversi e ci allontanammo nella direzione opposta. Non ero stupida e non sarei caduta in una trappola così facilmente; se mi voleva - o la sua storia era effettivamente vera - sarebbe dovuto venire a cercarmi. Le zampe del drago erano forti e i suoi passi ampi; in breve saremmo stati lontani da quella spiaggia e dal ragazzo con i sottili capelli bianchi.

     
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5 replies since 21/9/2011, 20:13   99 views
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