Nedylin Belain

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    NEDYLIN BELAIN

    DATI ANAGRAFICI E FISICI

    Nome: Nedylin
    Cognome: Belain
    Età: 20 anni
    Sesso: Femmina
    Orientamento sessuale: Eterosessuale
    Luogo di provenienza: le foreste di Thon Vinya
    Altezza: 180 cm
    Peso: 60 Kg
    Colore degli occhi: Azzurri
    Colore dei capelli: Rossi
    Carnagione: Chiara
    Segni particolari: Spesso si presenta con il capo coperto da un cappuccio bianco; ha una cicatrice sul fianco destro che tiene sempre nascosta.

    DATI GDR

    Razza: Ninfa
    Livello di energia: Gialla [Liv.2]
    Abilità innate:
    Liv. 1 - Spose della natura
    CITAZIONE
    Ninfe e Driadi sono tutt'uno con la natura, in particolare con foreste e laghi. Hanno quindi la capacità unica nel suo genere di potersi fondere con gli specchi d'acqua (le Ninfe) o con gli alberi (le Driadi).

    Liv. 2 - Rigenerazione
    CITAZIONE
    Ninfe e Driadi possiedono abilità curatrici che permettono di guarire ferite inflitte loro se piccole (o più estese ma superficiali) senza l'uso di unguenti e sostanze medicinali.

    Professione: Sacerdotessa
    Culto: Ashera
    Famiglio/Animale da compagnia: Nessuno

    CARATTERE

    A volte sembra molto petulante e capricciosa, ed è spesso sarcastica e infantile; ma, nonostante la sua prepotenza, è dotata di un'intelligenza brillante. In realtà si comporta da bambina poiché è insicura e teme di rimanere sentimentalmente ferita affezionandosi troppo facilmente alle persone; quando vuole è infatti in grado di mostrare grande affetto. E' capace di capire i sentimenti profondi delle persone e le loro vere intenzioni. Ama ascoltare più che parlare, cercando di cogliere il maggior numero di informazioni su chi la circonda. Non è particolarmente sportiva, ma ama prendersi cura del proprio corpo poiché, diffidente, ha paura di dover affrontare una particolare situazione di pericolo; il riguardo per il proprio corpo fisico è dato anche dal suo unico vizio: una lieve punta di lussuria. E' comunque molto romantica e sogna ingenuamente l'incontro con l'amore vero.

    BACKGROUND

    Capitolo 1: il padre e la madre
    La bambina si sfregò gli occhi con le mani piene di terra e grossi lacrimoni iniziarono a rigarle le guance. Si era appena arrampicata su un albero ed era sporca. Aveva i vestiti strappati. I suoi genitori erano proprio lì, di fronte a lei, ma sapeva che non l'avrebbero più consolata. In un primo momento aveva urlato i loro nomi, aveva chiesto alle loro orecchie sorde perché non si muovessero. Poi aveva compreso che erano morti. L'animale era andato via da poco lasciandoli in un lago di sangue, quasi dello stesso colore dei suoi capelli. Lei era stata risparmiata solo perché in quel momento si era arrampicata su un albero per pavoneggiarsi di fronte a suo padre, ed era rimasta lì, su un ramo, incapace di muoversi mentre assisteva alla strage. Nel scendere dall'albero si era ferita ad un fianco e ora sanguinava. Ma non le importava poi molto. I suoi genitori erano stati così belli in vita! Lei, sua madre, una ninfa proveniente da ruscelli di acqua fresca e limpida; lui, suo padre, un elfo imponente e dai capelli rossi che aveva saputo dimostrare grande coraggio e fermezza. Ma cos'altro ci si poteva aspettare da due discendenti degli dei? Da due creature della prima generazione?
    La bambina non poteva più sopportare quell'odore, né la vista dei suoi genitori sventrati e mutilati. Si tappò la bocca, e corse dietro a un cespuglio, dove vomitò l'anima. Aveva sei anni a quel tempo. Quando tornò al villaggio, la vecchia guaritrice, le chiese prepotentemente dove fosse suo padre. Suo padre faceva parte del consiglio del villaggio e c'era "bisogno di lui per prendere decisioni importanti", aveva detto. La bambina dai capelli rosso fuoco scoppiò in lacrime. Da quel giorno visse con la guaritrice.

    Capitolo 2: l'inizio di una nuova vita
    Finalmente l'avevano considerata abbastanza grande per permetterle di andarsene senza che due grossi tipi corressero nella foresta a cercarla per portarla dalla guaritrice di peso. Sì, quella donna voleva che lei seguisse le sue orme, ma Nedylin aveva espressamente detto che voleva andarsene dal villaggio e vedere il continente. Tuttavia, da quando aveva espresso le sue volontà, non facevano che controllarla di più. Per lei non c'era più nulla in quel villaggio dopo la morte dei suoi genitori. Quell'evento le aveva lasciato un vuoto dentro, un vuoto che si era colmato soltanto di dolore. Era come se negli anni avesse imparato a portarsi un peso dentro, un peso che le a lungo le aveva impedito di respirare, di sentirsi realmente viva. Poi il peso aveva iniziato a dissiparsi, insieme al ricordo dei volti dei suoi genitori. E così aveva compreso di avere bisogno di allontanarsi dal villaggio.
    Ciò che ricordava di loro è che erano esistiti, anche se di giorno in giorno le sembrava un fatto sempre più inverosimile. Lei era Nedylin, una mezz'elfa della seconda generazione. Il sangue misto avrebbe dovuto renderla più forte di chiunque. La levatrice glielo diceva sempre: quella caratteristica era qualcosa che nessuno della prima generazione, nonostante si fossero definiti discendenti diretti degli dei, poteva avere. Era anche per quello che la aveva iniziata al culto della magie, soprattutto di guarigione, e le aveva insegnato come preparare veleni e unguenti medicinali.

    Capitolo 3: Nella Capitale
    A Nedylin quel pomeriggio dispiaceva pensare che avesse mentito al quel vecchio solo per un misero sacchetto di pietre preziose. Nella sua mano aveva letto soltanto che presto sarebbe morto, e, invece, gli aveva detto che sarebbe vissuto ancora a lungo e felicemente. Possibile che non ci fosse niente di meglio per lei in quel posto, più che una vita da indovina e mendicante? Si guardò intorno. Non riconosceva la parte della città in cui era finita, ma poteva vedere la vegetazione, quindi doveva essere nella periferia. Di fronte a lei si innalzava un grosso edificio rosso e bianco. La pietra pareva marmo e vicino all'ingresso c'erano più fiori di quanti ne avesse mai visti messi insieme. Sulla porta, una donna con un cappuccio bianco le sorrise, invitandola ad avvicinarsi. Incerta, Nedylin l'aveva raggiunta su quei larghi gradini immacolati.
    "Sei in cerca di qualcosa?", le chiese la donna.

    Capitolo 4: La ricerca
    "Sei in cerca di qualcosa?". Erano passati sei mesi da quando aveva udito quella frase, e ci erano voluti sei mesi portando le vesti bianche, sei mesi passati ad affinare le sue abilità magiche e fisiche, per farle comprendere che realmente le mancava qualcosa e doveva andare a cercarlo. Sei mesi immersa nel culto della dea Ashera era parecchio tempo da sopportare per chi non ne era adatto. Quando aveva raggiunto il limite, Nedylin aveva deciso di rinunciare e di mettersi in viaggio. Tuttavia, non si sarebbe mai più tolta il cappuccio bianco a testimoniare quel periodo di purificazione dedito alla dea.
    In realtà, purificazione era soltanto una parola: la dea Ashera era la lussuriosa, la guerriera, e a grandi cerimonie di preghiera le sue seguaci alternavano grandi banchetti in suo onore. I festini erano le uniche occasioni in cui era permesso loro stare con degli uomini, ed era in quei momenti in cui le donne mostravano il loro vero volto, abbandonandosi al cibo, all'alcool e al sesso con quei malcapitati.
    A Nedylin non era mai andato niente di tutto quello. Le era rimasta nella mente l'impronta dell'amore disinteressato che albergava tra i suoi genitori e anche lei aveva una visione infantile degli affetti. Spesso, durante i banchetti, aveva preferito nascondersi tra gli alberi da frutto del giardino interno al tempio con delle grosse pergamene da leggere. Il rotolo sulle erbe medicinali o il bestiario erano diventati alcuni dei suoi migliori amici.
    Alcuni di quei rotoli li aveva rubati per portarli con sé, in viaggio senza sapere per dove.

    EQUIPAGGIAMENTO

    Armi:
    - Anello magico a forma di drago: anello d'oro che Nedylin usa per incanalare meglio le energie spirituali. E' comunque in grado di praticare la magia con il mero uso delle mani.
    - Stiletto Lingua di Serpente: un pugnale dalla lama acuminata e molto fine, a sezione triangolare e di lunghezza 18 cm, realizzata con metalli nobili e purissimi e priva di filo da entrambi i lati. Pur non funzionando nei colpi di fendente a causa di questa caratteristica, grazie alla sua asta molto appuntita lo stiletto risulta micidiale in affondo, provocando un foro che non ha le labbra atte alla cicatrizzazione. L`impugnatura è in argento e onice, con rifiniture in agata, con superfici decorate in modo che il manico risulti sufficientemente ruvido per migliorare la presa della mano; alla fine di questo, il pomo con forma leggermente allungata ha l'anima in piombo per ottenere il giusto bilanciamento. La lunghezza complessiva dell'arma è di una trentina di centimetri. Il fodero è legato da due cinghie in pelle morbida alla coscia.
    - Fiale e unguenti: si porta sempre appresso anche delle erbe medicinali, una fiala di veleno con apposito antidoto e una boccetta di inchiostro con una penna ricavata da un grifone che le può servire per uno dei suoi incantesimi.

    Pezzi d'armatura: Ha protetti solo petto e schiena da un busto in pelle e cuoio con cinghie laterali: più leggero della cotta di maglia, ma comunque resistente.

    Gioielli e amuleti: Un ciondolo d'oro con zaffiro a forma di goccia di fattura elfica ereditato dal padre.

    Incantesimi:
    Folgore: Nedylin è capace di evocare una luce improvvisa, un flash nell'ambiente a sé circostante, capace di accecare temporaneamente e confondere gli avversari. (Basso)

    Aura della percezione: Rilasciando una piccola quantità di energia dal proprio corpo per spargerla nell'aria, Nedylin può percepire la presenza di un essere pensante nascosto a breve distanza da lei, in un raggio di una ventina di metri. (Basso)

    mudraKekkai: Grazie all'abilità di sacerdotessa, Nedylin può creare davanti a sé una barriera magica efficace sia contro attacchi magici che fisici, concentrando l'energia spirituale (il ki) grazie ad un gesto rituale delle mani (mudra). L'efficacia dell'incantesimo dipende dalla concentrazione e dalla quantità di energia magica impiegata. (Medio)

    Risanamento: Con questo incantesimo, Nedylin è in grado di curare le ferite con il semplice tocco delle mani, in cui avrà convogliato la propria energia. Questa energia sarà infatti in grado di accelerare i processi di guarigione e di cancellare il dolore fisico; agirà anche come antidoto contro piccole quantità di veleno. Il tempo che le ferite impiegheranno a rimarginarsi dipenderà sia dalla gravità della ferita che dall'energia impiegata. L'incantesimo non è in grado di guarire ferite mortali. E' utilizzabile anche su altri individui. (Medio)

    leone di pietraEvocazione - Leoni di pietra: Nedylin utilizza le proprie capacità magiche per evocare una coppia di leoni di pietra: ella manipola questo elemento nell'ambiente circostante e lo assembra rapidamente nella forma dei due animali. Essi si comporteranno come dei veri e propri esseri viventi, ma saranno privi di volontà e costretti ad eseguire ogni ordine della propria padrona. (Medio)

    Manipolazione liv.1: I nomi sono molto importanti; un nome possiede un potere tutto suo, non importa se si tratta di una persona o di un oggetto. Scrivendo sopra ad un oggetto un nome con del semplice inchiostro intriso di magia, Nedylin sarà in grado di fargli acquistare l'energia del nome stesso. Ad esempio, se ella scrivesse su una stecca di legno "spada d'acciaio affilata", quella diventerebbe, pur senza mutare aspetto, un'arma acuminata, capace di tagliare solo ciò che desidera la propria padrona. (Alto)

    FEATURING

    Ignoto.


    Edited by L a l e; - 1/10/2011, 21:34
     
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