Ailhad Kirederf

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    AILHAD KIREDERF

    DATI ANAGRAFICI E FISICI

    Nome: Ailhad
    Cognome: Kirederf
    Età: 93
    Sesso: Maschio
    Orientamento sessuale: Bisessuale, Necrofilo e Zoofilo
    Luogo di provenienza: Regno Sotterraneo
    Altezza: 185 cm
    Peso: 75 Kg
    Colore degli occhi: Grigio
    Colore dei capelli: Argento
    Carnagione: Scura
    Segni particolari: Striscia di sangue sotto gli occhi passante per il naso

    DATI GDR

    Razza: Drow
    Livello di energia: Blu
    Abilità innate:
    Liv. 1 - Maestri dei veleni
    CITAZIONE
    I drow da sempre sono guerrieri subdoli e infami, e l'uso dei veleni si addice perfettamente alla loro natura. Hanno inoltre una naturale resistenza che li rende immuni a qualunque genere di veleno e sostanza nociva.

    Professione: Ladro
    Culto: dea Shiida
    Famiglio/Animale da compagnia: Nessuno

    CARATTERE

    I drow sono tendenzialmente crudeli ed immorali, ma Ailhad è differente. Non sa distinguere fra bene e male, lui sa soltanto (o meglio ne è convinto) che il miglior modo per dimostrare affetto nei confronti di una persona sia quello di sacrificarla alla dea Shiida. Ancora prima che ottenesse il dono della parola e della coscienza, assistette ai macabri rituali della prima generazione di drow. Quello è sempre stato il suo mondo, non ha altri punti di vista, non conosce valori di alcun tipo, non ha mai instaurato legami di amicizia, non ha mai sperimentato che cosa sia il gioco ed è completamente ignorante sul mondo esterno. La sua psicosi si manifesta spesso attraverso monologhi e paranoie dove lui è convinto di parlare con la madre, il padre o con la dea Shiiva. Venera molto quest'ultima e ricorda sempre di sacrificare almeno una creatura al giorno in suo nome. Il suo unico scopo nella vita è servire la dea. Non ha ambizioni, non ha obiettivi, non ha desideri, non conosce nulla di tutto ciò, è una macchina che continua a fare inesorabilmente quello per cui è stata programmata: uccidere, uccidere, uccidere. Per lui la morte non è una cosa negativa, anzi lo ritiene quasi un onore a cui lui stesso si sottoporrebbe volentieri, sempre che sia inerente alla venerazione di Shiida. Odia qualsiasi tipo di morte naturale e chiunque cerchi di ostacolare la sua voglia di arricchire i tributi di sangue. Considera le attuali generazioni di drow dei rinnegati, un popolo che ha dimenticato le tradizioni e gli insegnamenti dei capostipiti. Inoltre mantiene ben salda la convinzione di ogni drow che si rispetti: qualsiasi essere di Hebridan è fisicamente ed intellettualmente inferiore alla sua razza. Per quel che riguarda il modo di Ailhad di vedere il sesso, per lui esso non è altro che un procedimento rituale. E' convinto che il piacere che prova sia un dono della dea Shiida, il ringraziamento di un sano tributo di sangue. Anche se fra il suo popolo ha assistito solamente al sacrificio di drow, Ailhad è convinto che qualsiasi essere vivente e di qualsiasi razza possa essere offerto come sacrificio, poiché anche i più ignobili possono divenire un degno tributo una volta tornati soltanto carne e sangue. Ogni omicidio da lui commesso è giustificato dall'ossessione per la dea Shiida. Nonostante tutto Ailhad continua ad essere dotato dell'intelligenza tipica della sua razza ed è in grado di elaborare strategie con arguzia anche durante i momenti di pura depravazione. In sintesi non è mai caotico, ma analizza con precisione come e dove colpire il malcapitato prima di procedere al rituale.



    BACKGROUND

    Bestia. Mostro. Animale. Demone.
    Sono molti gli appellativi che vengono dati a chi osa dilettarsi nella pratica dell'omicidio, a chi osa dare priorità all'istinto piuttosto che alla mente, a chi osa non distinguere un sano rapporto sessuale dalla folle depravazione. Ma in realtà non vi è nulla di mostruoso in tutto questo, poiché è il normalissimo comportamento di un individuo plasmato sotto specifici criteri. Qualsiasi essere vivente, anche il più intelligente, tende istintivamente a sopravvivere nel mondo in cui si trova fin dal primo istante in cui esso viene generato. Gli esseri viventi traggono informazioni dal mondo esterno, informazioni che vengono tradotte ed utilizzate. Quando una madre non assume abbastanza proteine durante la gravidanza, il feto traduce tale informazione in "Non c'è abbastanza cibo nel mondo che mi aspetta". Di conseguenza nascerà un essere che tenderà a conservare i grassi il più a lungo possibile nell'attesa di quell'ipotetica carestia che non arriverà mai.
    Alcune esperienze possono far vacillare anche la mente di un elfo adulto, ma nulla è più facilmente modellabile di un bambino nell'età dell'apprendimento.
    Ailhad era uno di questi, e quello che visse lui nel Regno Sotterraneo sarebbe stato troppo anche per il più testardo dei nani. I genitori del povero drow discendevano direttamente dagli Dei, ed erano stati i primi della loro razza. Erano considerati saggi e potenti, venerati, rispettati e temuti da tutto il popolo delle gallerie sotterranee da loro generato. Tuttavia Ailhad era stato il primo drow ad essere concepito in quel modo, perciò era l'unico a quei tempi a cui fosse permesso di chiamare i capostipiti "padre" e "madre", e di essere trattato da loro come figlio. Questa fu la causa che portò la sua debole mente alla disgrazia.
    Nonostante i due vecchi saggi fossero visti come i più coraggiosi e potenti drow, anche loro temevano quello che ogni essere senziente teme: la Morte. Probabilmente era questo il motivo per cui i genitori di Ailhad veneravano in un modo quasi osceno Shiida, la dea della morte. In qualche modo speravano che la dea avrebbe permesso loro di fare un'eccezione, di renderli immortali come gli Dei che li avevano generati. Ma nonostante Shiida ascoltasse e rispondesse alle loro preghiere, non aveva alcuna intenzione di fare un dono simile ai due drow. Anzi, si divertiva ad ordinare loro di offrirgli tributi di sangue: ogni settimana uno dei loro figli veniva sacrificato sull'altare, e il resto della grande famiglia doveva assistere, Ailhad compreso, perché è così che Shiida aveva ordinato. Il sacrificio veniva sgozzato, sottoposto agli atti necrofili dei drow più anziani, mutilato e bruciato col fuoco, perché così Shiida aveva ordinato. Ma l'immortalità non arrivò mai per i due capostipiti, e questo non fece altro che farli diventare più violenti, più ossessivi nelle loro pratiche religiose. Se solo i due avessero potuto vedere la luce del sole, i prati fioriti e i ruscelli delle montagne, forse avrebbero rinunciato al loro folle desiderio verso una vita immortale. Avrebbero accettato, forse addirittura gradito, il fatto che una vita del genere non era infinita e che fosse uno dei principali motivi per cui andava vissuta pienamente. Il buio delle gallerie si era preso gioco delle menti di quegli esseri, e Shiida non fece altro che peggiorare le cose. Era un popolo che sarebbe rimasto corrotto per sempre, poiché quella era la prima generazione ed avrebbero tramandato per sempre gli insegnamenti dei due folli drow. Ma nessuno dovette subire tutta quella corruzione quanto Alihad. Era ironico il fatto che proprio perché lui fosse il più amato dai capostipiti, proprio perché lui non venne mai sacrificato sull'altare, proprio perché lui era il Primo, avrebbe dovuto passare un'esistenza da rinnegato ed essere considerato l'Ultimo fra i drow stessi. Ma non per invidia, non per vendetta. Per omicidio.

    Ailhad era l'unico drow ad essere costretto a praticare i rituali anche al di fuori delle cerimonie. Fu probabilmente il drow che assistette a più cerimonie in assoluto perché quelli della sua età erano già stati sacrificati e sostituiti dai loro figli. Ad Ailhad invece non era permesso ne di offrirsi come sacrificio alla dea tanto meno di avere una famiglia oltre ai due genitori. La mente del giovane drow era corrotta al punto da indurlo a praticare rituali di sangue di nascosto su animali catturati vivi per le caverne e ad avere rapporti sessuali con loro dopo averli uccisi. Era solamente in quel modo che il drow riusciva a vivere la propria sessualità, inoltre amava appiccare piccoli incendi nelle zone meno umide delle gallerie, amava assistere alle cerimonie ufficiali, e quando i due anziani dovettero arrendersi all'idea che non avrebbero mai ottenuto l'immortalità, iniziarono a vedere nel loro amato figlio il corpo che non avevano mai ottenuto. Ma non lo trattarono con invidia, anzi cominciarono a dargli il privilegio di compiere lui stesso i rituali sui propri fratelli, nella speranza che almeno lui venisse graziato dal velo della Morte. I due anziani non furono mai abbastanza saggi come si diceva da vedere il mostro che avevano creato, perché mostro non era. Era il risultato di quello scempio, era la personificazione della corruzione che albergava nel cuore dei due, era un individuo che aveva associato la sua esistenza e la sopravvivenza all'omicidio, allo stupro e alla mutilazione dei corpi.

    Poi, un giorno, la Morte venne a prendersi l'anziano maschio, lasciando Ailhad ad occuparsi di una madre anch'essa prossima al decesso. Ma lei non avrebbe mai avuto una morte dolce come quella del compagno. Quella morte, priva di sangue e fuoco, priva di altare, priva di preghiere aveva scosso Ailhad. Fin'ora non aveva mai visto nessuno morire di vecchiaia, per lui era una morte estranea, malvagia, fuori dai soliti canoni. Era un'offesa a suo padre e al suo popolo. Fu così che per amore nei confronti dell'anziana madre, Ailhad la portò sull'altare ignorando le sue urla spaventate e le sue suppliche, la sgozzò davanti agli altri drow, stuprò il suo cadavere, lo dilaniò e diede fuoco a ciò che ne rimaneva. Proprio come gli era stato insegnato. Ma quella che aveva assistito a quel gesto era una differente generazione di drow che ormai non aveva quasi più nessun legame con la dea Shiida. Nonostante avessero ereditato la corruzione mentale della generazione precedente, non accettavano più quel genere di cose. L'anziana capostipite fu l'ultimo drow a macchiare di sangue quell'altare, e Ailhad, il primogenito, colui che sarebbe dovuto essere il Primo divenne l'Ultimo. Venne esiliato da quel regno, disprezzato per sempre dai suoi nipoti. Ora era maturo nel fisico, ma inesorabilmente depravato nella mente. Non gli importava di essere stato esiliato, di essere disprezzato, poiché ormai anche lui odiava a sua volta il suo popolo che aveva interrotto le tradizioni ed aveva accettato la "Morte Indegna". A lui importava solo di aver potuto dimostrare quanto amava sua madre. Gli era piaciuto. Molto. E non avrebbe smesso. Mai più.



    EQUIPAGGIAMENTO

    Armi: Lama celata, bracciali in cuoio con rifiniture in argento di fattura nanica che grazie ad un semplice ma ingegnoso meccanismo, possono far fuoriuscire una lunga lama dal polso con un fluido gesto della mano.
    Spada leggera
    Pugnale d'argento
    Spiedi, non procurano gravi danni a meno che non si miri a punti vitali o siano avvelenati.
    Veleno, non è mortale in alcun modo, tuttavia è in grado di indebolire gradualmente l'avversario riducendo parametri come forza, riflessi ed agilità. Genera affaticamento e sonnolenza. Se assunto in gran quantità può portare alla paralisi muscolare.

    Pezzi d'armatura: Schinieri, bracciali e pettorina di cuoio sotto il mantello nero da viaggio.
    Gioielli e amuleti: Nessuno
    Incantesimi:

    Speed up: Con questo incantesimo è possibile lanciare oggetti ad una velocità superiore del normale. L'incantesimo funziona solamente con oggetti dal peso trascurabile come gli spiedi, tuttavia l'oggetto lanciato acquista una velocità tale da non poter essere percepito dall'occhio.
    Basso

    Sdoppiamento: Ailhad crea una copia di se stesso identica all'originale sia esteticamente che a livello di combattente. La copia non può usare incantesimi, tuttavia possiede esattamente le armi dell'originale. La copia scompare se subisce delle ferite molto gravi, ma l'originale non ne risente minimamente. La copia svanisce dopo un turno.
    Medio

    Onda d'urto: Incantesimo difensivo che genera uno spostamento d'aria molto veloce e potente. E' in grado di respingere gran parte degli attacchi fisici e dissipare incantesimi medio-bassi purché si tratti comunque di incantesimi che mirano a danneggiare l'avversario in modo diretto. Può essere usato anche per attaccare ed Ailhad è in grado di controllarne a piacimento l'ampiezza, passando da difese a 360 gradi ad attacchi simili a proiettili.
    Medio

    Per la dea: Invocando la dea Shiida e pagando un piccolo tributo col proprio sangue, Ailhad raggiunge per un turno una velocità sovrumana. Può spostarsi veloce come uno spiedo in volo e mantenere tuttavia il controllo dello spazio che lo circonda. In questa modalità gli attacchi fisici e con le armi da corpo a corpo perdono di potenza ma acquistano un'accelerazione tale da favorire la penetrazione, anche di armature leggere. Inoltre può anche essere utilizzato per schivare gli incantesimi più deboli se il loro raggio d'azione lo permette.
    Alto


    FEATURING

    Ignoto.



    Edited by -[Evil]- - 8/9/2011, 18:36
     
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